Utilizzo ed ergonomia della Sony a7R III
Questa versione della a 7R somiglia parecchio alla Sony a9, sua sorella maggiore. Il corpo è diventato leggermente più profondo così come l’impugnatura.
La leggera differenza di dimensioni rispetto al modello precedente ha permesso agli ingegneri Sony di alloggiare sul corpo un mirino più grande, e in generale di migliorare la maneggevolezza della macchina.
Rispetto alla a7r II non notiamo grandi cambiamenti dal punto di vista del posizionamento dei pulsanti fisici, ma gli spostamenti fatti sono sicuramente benvenuti: giusto per fare un esempio prendiamo il pulsante per la registrazione di video, che nella versione precedente della macchina era molto scomodo da raggiungere.
Porte e connettori
Anche se il corpo della a 7R III è molto simile a quello della a9, i connettori sono posizionati in maniera piuttosto diversa, come potete vedere dalla foto.
La nuova a 7R ha contatto caldo per il flash, connettore per microfono e cuffie, uscita HDMI e una porta USB di tipo C per la connessione ad altri apparecchi.
Autofocus della Sony a7R III
È sempre difficile valutare la bontà dell’autofocus in un periodo relativamente ristretto, e dovremmo tornare a questa recensione della a7R III tra qualche tempo per poter dare un giudizio più informato e preciso. In più la valutazione sull’AF si fa partendo dalle proprie specifiche esigenze, e questo è ancora più vero in una macchina come la Sony a7R III che ha un’ampia personalizzabilità anche dal punto di vista della messa a fuoco automatica.
Diciamo però che questa mirrorless parte da una buona base, e che secondo quanto dice Sony – e la nostra stessa esperienza – il miglioramento rispetto alla a7R II è netto. Ci sono i 399 punti di messa a fuoco a rilevamento di fase, ma soprattutto c’è un processore che ha reso la macchina più precisa e reattiva soprattutto in alcune modalità.
Le modalità d’uso dell’autofocus sono quelle classiche: AF-S (singolo), AF-C (continuo) e AF-A, con la A che sta per automatico e permette alla camera di scegliere un’altra delle due modalità. In ciascuna delle prime due modalità è possibile impostare la macchina per far sì che dia priorità alla precisione della messa a fuoco o alla sua velocità, specialmente in situazioni in cui si usa la raffica.
Oltre ai modi, è possibile selezionare le aree di messa a fuoco, con opzioni che vanno da aree larghe a sempre più piccole.
Per finire in particolare è molto efficace il modo in cui la macchina riconosce gli occhi del soggetto e li segue durante la ripresa: questa modalità era già presente nella a7R II, ma oggi raggiunge uno stato ancora più avanzato. Nel modello precedente, a dire il vero, non sempre questo tipo di tracciamento era così efficace, ma oggi possiamo dire che è perfettamente utilizzabile anche in sessioni di ritratto importanti, usando lo scatto a raffica. In questo filmato vedete il modo in cui funziona, ed è onestamente impressionante:
Purtroppo il tracciamento sull’occhio non è possibile in modalità video.
La Sony a7R III in modalità video
Come accade a tutte le full frame Sony, la a7R III è piuttosto efficace nella ripresa di video, soprattutto in ragione delle dimensioni del suo sensore che la rendono una buona camera per riprese al buio senza luci di supporto. Come le macchine di Sony di questo tipo, però, il file che produce non è perfettamente utilizzabile nel contesto della post produzione: le Sony hanno una profondità colore di 8 bit, a differenza delle Panasonic GH5 e GH5s che invece permettono di registrare a 10 bit.
Naturalmente la risoluzione è il 4K, che nel caso del formato Super 35 viene prodotto da un downsampling di un file in 5K: in sostanza il processore della macchina acquisisce un file di dimensioni più grandi, che poi adatta all’ultra HD. Questo è un artificio usato per poter usare al meglio obiettivi pensati per questo formato.
A 1080p la mirrorless riesce a registrare a 120 frame al secondo, per slow motion piuttosto robusti, e il bitrate è fino a 100mbps, così come in 4K.
Lo stabilizzatore è disponibile in tutte le modalità.
Insomma: come in tutti gli altri casi che riguardano la produzione di Sony in ambito mirrorless, questa a7R III è un’ottima fotocamera per video semiprofessionali o professionali di basso livello. Qualora ci si trovasse ad avere a che fare con progetti più “complicati”, che impongano un uso più ragionato del mezzo e una post produzione più efficace, è probabilmente meglio rivolgersi ad altre camere per video di livello più professionale.
Le modalità Log di Sony
Nella nostra analisi dobbiamo però tenere in considerazione i profili Log offerti da Sony: si tratta di modi di ripresa che permettono di sfruttare al massimo la gamma dinamica della camera, per poter recuperare in post produzione luci e ombre.
In questo senso è possibile spingere l’esposizione verso destra, per mantenere alte luci accettabili e allo stesso tempo non bucare le bassissime luci. Tutto questo non si sostituisce a una profondità colore ampia, ma dà comunque spazio di manovra in post produzione.
Autofocus in video nella Sony a7R III
L’autofocus non è normalmente usato in maniera professionale in modalità video, ma sempre più gli utenti richiedono questa funzione e le case produttrici si adeguano, a volte con risultati molto interessanti. Sony è tra le aziende che meglio riescono a interpretare questa esigenza.
Nel caso della a7R III però l’AF non è particolarmente personalizzabile quando si effettuano riprese video. Si può scegliere solo tra messa a fuoco manuale – quindi con AF disabilitato – e messa a fuoco continua. È possibile decidere la velocità di messa a fuoco e la velocità di cambio del soggetto della messa a fuoco.
È però possibile usare lo schermo per effettuare messe a fuoco su punti precisi dell’inquadratura.
Per quanto riguarda il tracciamento, è possibile seguire il soggetto con il fuoco solo quando la messa a fuoco è impostata sul punto centrale, e comunque non quando stiamo riprendendo in 4K.
Conclusioni
La a7R III non tradisce la sua denominazione: si tratta di una macchina che Sony intende come principalmente fotografica, con un sensore ricchissimo di pixel e di conseguenza la possibilità di effettuare ingrandimenti e ritagli fotografici drammatici. E da questo punto di vista la mirrorless che abbiamo presentato in questa recensione non tradisce, con caratteristiche che la mettono di diritto tra le migliori mirrorless per fotografia del 2018 (e oltre).
C’è da dire però che dal punto di vista della ripresa video, Sony è ancora leggermente indietro rispetto ad altre camere di questo segmento, e il suo prezzo ci farebbe pretendere di più. Se fate video in ambito matrimoniale o di ripresa di eventi, e non lo fate come attività principale ma come affiancamento alla fotografia, è sicuramente una buonissima scelta. In caso contrario esistono altre mirrorless sempre in casa Sony che vi faranno spendere meno per ottenere di più dalle vostre riprese. Se siete invece completamente orientati al video, ad oggi è probabilmente meglio scegliere Fujifilm, con ad esempio la Fujifilm X-T3, oppure Panasonic.