Panasonic Lumix DMC-G80 è una fotocamera mirrorless di fascia media, e probabilmente se fate parte del 90% dei fotografi che amano anche il video (o il contrario) è una macchina molto adatta alle vostre esigenze. È in grado di acquisire video in risoluzione 4K, ha una stabilizzazione a 5 assi sul sensore molto efficace (di seconda generazione) ed ha un sensore da 16MP micro quattro terzi, senza filtro passa basso per aumentare la nitidezza. Su altri mercati è venduta anche con il nome di Panasonic G81 o G85.
Panasonic non è mai uscita allo scoperto su questo punto, ma in pratica la G80 fa da successore alla già ottima Panasonic G7: si tratta infatti di un raffinamento di quest’ultima mirrorless, con alcune migliorie molto importanti applicate a un corpo praticamente uguale. Già la G7 offriva un controllo molto buono grazie ai pulsanti dedicabili alle varie funzioni e allo schermo touch molto reattivo (e articolato).
La G80 però offre qualcosa di più: ha una tropicalizzazione ben fatta, per resistere alle intemperie, una parte frontale in lega di magnesio, per offrire maggiore resistenza, un nuovo otturatore elettromagnetico che riduce le vibrazioni in fase di scatto, un mirino elettronico migliore e infine una stabilizzazione del sensore molto efficace, che funziona su cinque assi e si può abbinare a quella degli obiettivi stabilizzati.
Come la Panasonic GX80, la G80 utilizza un chip da 16MP senza filtro anti-aliasing. Abbiamo riscontrato che la qualità dell’ immagine della GX80 è leggermente migliorata rispetto alle precedenti fotocamere Panasonic utilizzando lo stesso chip da 16MP con filtri AA (come la G7). La G80 utilizza anche lo stesso meccanismo di otturatore riprogettato per la GX80.
Prendiamo come pietra di paragone per la G80 alcune macchine presenti oggi sul mercato sulla stessa fascia di prezzo: GX80, G7, a6300 di Sony e Olympus Em5. Mentre le tre camere Panasonic rispetto alle precedenti condividono molte caratteristiche, la G80 si distingue dalle altre 16MP Panasonic come la scelta più attraente. Questo è dovuto alla presenza di tropicalizzazione, sistema Dual IS aggiornato e mirino elettronico molto efficace.
Rispetto alle offerte analoghe di Sony e Olympus, le cose diventano un po’ più complicate. La Sony a6300 batte la G80 in termini di sistema AF più sofisticato, sensore più grande e scatto più veloce (con AF continuo), ma La G80 offre un’ergonomia superiore grazie allo schermo touch completamente articolato, al maggior numero di tasti e rotelle, all’ingrandimento più elevato del mirino. Anche la G80 e la EM-5 II di Olympus hanno molto in comune, ma la distinzione principale tra le due è la capacità video 4K della G80 (rispetto ai 1080p della bella mirrorless di casa Olympus).
Utilizzo ed ergonomia della Panasonic G80
Con l’obiettivo del kit (o con obiettivi di dimensioni e peso simili), La G80 può essere tenuta e usata comodamente con una sola mano. Le varie rotelle anteriori e posteriori e i comandi principali sono facilmente accessibili, così come i pulsanti Fn1 ed Fn2 personalizzabili. Sia la manopola di controllo anteriore che quella posteriore sono facilmente accessibili, così come i pulsanti Fn1 e Fn2/Q. I menu senza compromettere la presa della fotocamera.
I vari pulsanti e in particolare quello dell’otturatore offrono una risposta migliore che nella G7, probabilmente a causa della tropicalizzazione di tutte le zone potenzialmente esposte all’acqua e alla polvere.
Il corpo macchina è sempre rivestito dalla stessa gomma tipica delle macchine Panasonic della stessa serie, e non è per niente scivoloso. Inoltre grazie alla sua forma con un’impugnatura pronunciata, la G80 è più semplice da usare rispetto alla GX80 che ha linee simili a quelle delle vecchie telemetro: la GX80 condivide in molti aspetti il cuore della G80, ma l’apparenza e la forma sono diverse, e la rendono un po’ scivolosa.
Nel complesso la G80 risulta facile da usare, aiutata in questo anche dall’interfaccia touch che permette di navigare nei menu semplicemente, con una responsività simile a quella degli ultimi smartphone.
Se dobbiamo però trovare un difetto possiamo dire che non ci piace il modo in cui sono disposti i comandi nel momento in cui scattiamo foto: i pulsanti sono posizionati principalmente sulla parte posteriore, e lo spazio per muovere le dita non è molto.
Anche il touch è una benedizione, ma a volte (specialmente per chi guarda nel mirino con l’occhio destro) reagisce al tocco del naso sullo schermo. Incidenti di percorso, e magai si può imparare a mettere a fuoco col naso!
Nel complesso, La G80 è una fotocamera molto facile da utilizzare, i pulsanti sono comodi e l’interfaccia touchscreen dovrebbe risultare intuitiva per chiunque abbia familiarità con i dispositivi intelligenti sensibili al tocco. Tuttavia, i pulsanti posteriori si trovano sul lato piccolo. E la fotocamera può essere difficile da utilizzare nell’orientamento verticale quando il touchscreen è abilitato con un occhio al mirino. Questo perché, indipendentemente dalle dimensioni del naso, molto probabilmente questo cambierà involontariamente il punto AF. Forse è ora di imparare a mettere a fuoco col naso!
Le Panasonic GX8, G7 e G80 utilizzano tutte OLED da 2,36 M nei loro mirini elettronici, ma ognuna di esse offre un ingrandimento e un angolo di focale diversi. Il mirino elettronico della G80 ha un ingrandimento di 0,74x, maggiore rispetto allo 0,7x sulla G7 e un angolo di 20mm, più stretto rispetto ai 17,5mm del G7. Questo dovrebbe rendere più facile utilizzare il mirino per chi porta gli occhiali, inoltre l’ingrandimento più elevato migliora la visibilità complessiva. La GX8, macchina più costosa all’uscita, ha un ingrandimento di 0,77x e un angolo di visuale pari a quello di un 21mm. Un po’ meglio, in sostanza, ma non molto.
Opzioni di personalizzazione della G80
La G80 ha 5 pulsanti fisici personalizzabili e 5 slot di personalizzazione sull’interfaccia touch. Inoltre, il pulsante situato al centro del selettore posteriore può essere impostato per cambiare la funzione di entrambi i selettori quando premuto. Ci sono diversi menu Q. Menù (ovvero i menu che possono essere raggiunti con il tocco di un pulsante) per video e cattura, entrambi personalizzabili a piacere all’ interno del menu principale della fotocamera.
Auto ISO
La funzionalità Auto ISO di Panasonic continua ad essere assolutamente preistorica rispetto ai moderni standard della maggior parte delle fotocamere, ed è quasi strano per una mirrorless che per il resto ha moltissime funzioni innovative. Non è possibile specificare un tempo minimo per l’otturatore, non si può mettere in relazione la variazione degli ISO con la lunghezza focale e così via. Quel che forse è meno bello, poi, è che l’auto ISO non può essere usato quando si registrano video in modalità manuale.
In sostanza l’unica impostazione che si può settare è quella di un valore massimo oltre il quale gli ISO non possono salire.
Speriamo che le cose cambino con un aggiornamento del firmware.
La Panasonic G80 in modalità video
La Panasonic G80 offre le seguenti opzioni di registrazione video:
MP4
-(4K) 3840 x 2160 30/24p a 100 Mbps
-(FHD) 1920 x 1080 60p @ 28 Mbps
-(FHD) 1920 x 1080 30p @ 20 Mbps
-(HD) 1280 x 720 30p @ 10 Mbps
AVCHD
-(FHD) 1920 x 1080 60p @ 28 Mbps
-(FHD) 1920 x 1080 60i (interlacciato) a 17 Mbps
-(FHD) 1920 x 1080 24/30p @ 24 Mbps
Come la maggior parte delle macchine di Panasonic, la G80 ha un sacco di utili strumenti per la registrazione di video: ad esempio il focus peaking, lo zebra highlight e le regolazioni di livello del microfono incorporato (con filtro anti vento opzionale).
Come detto sopra non si può usare la funzione Auto ISO quando si registrano video in manuale.
Sulla G80 esiste una presa per il collegamento di un microfono esterno (anche se è un po’ scomodo usarla e nel frattempo vedere bene lo schermo articolato, quando questo è girato verso di noi). Non c’è invece un jack per le cuffie, ma è normale aspettarselo su una mirrorless di livello medio come questa.
Scendendo più nel tecnico, per chi fa video in maniera professionale o quasi, la G80 ha un profilo Cinelike Gamma D, ovvero un profilo cosiddetto flat, anche se non uguale in termini di dinamica ai profili Log che si trovano su camere più professionali. In alternativa abbiamo il Cinelike V, che dà risultati più rifiniti, con meno necessità di intervento in post produzione. La macchina permette anche di regolare contrasto, nitidezza, riduzione del rumore sul sensore, tonalità colore.
Il touchscreen rende molto facile selezionare un punto di messa a fuoco, ma essendo il modulo AF basato sul rilevamento a contrasto di fase, c’è il rischio che in condizioni di scarsa illuminazione l’autofocus faccia un po’ fatica.
Dal punto di vista della qualità di immagine pura e semplice, le riprese video in 4K della Panasonic G80 sono ottime. La rimozione del filtro anti aliasing ha consentito infatti un ulteriore salto in avanti rispetto alla G7, con risultati pari a quelli della GX80, e solo di poco inferiori a quelli della GX8.
Le riprese in HD, ovvero a 1080p, hanno qualità molto simile a quelle della G7, e certamente migliori che nella GX80. Non c’è poi davvero paragone con le riprese effettuate con la Olympus OM-D E-M5 II.
Nel confronto con la Sony a6300, la G80 perde di misura in modalità 4K, ma è molto migliore nella ripresa a 1080p: sappiamo bene che la piccola mirrorless Sony soffre un po’ sotto questo punto di vista.
Stabilizzatore integrato
Eccellente qualità video a parte, un altro motivo estremamente convincente per considerare La G80 per la produzione di video è la stabilizzazione a 5 assi sul sensore: la macchina si utilizza molto bene anche a mano libera, con un po’ di attenzione, e permette di ottenere filmati molto buoni.
In questo semplice filmato girato usando un 24mm f/1.4 Sigma ART, cioè un obiettivo senza stabilizzatore, è possibile apprezzare le capacità di stabilizzazione della Panasonic G80.
Da questo punto di vista Panasonic è probabilmente la migliore, forse è comparabile alle Olympus, ma queste ultime certamente non la vincono facilmente.
Bisogna però fare attenzione quando si usa lo stabilizzatore: se si effettuano movimenti molto bruschi di panning, la macchina non riesce a comprenderli molto bene, e tende a inserire degli artefatti poco piacevoli. In generale però quando si impara a gestire anche questo aspetto, la stabilizzazione diventa un aiuto molto importante.
Vedere questo video per capire meglio, anche se c’è da dire che dopo l’aggiornamento del firmware, la G80 ha molto migliorato questo aspetto (insomma, aggiornate al nuovo firmware e vedrete che i problemi menzionati nel video saranno molto meno evidenti):
Autofocus sulla Panasonic G80
Come la sua cugina, la GX80, e come la GX8, la G80 ha un sistema AF con rilevamento del contrasto di fase a 49 punti e la tecnologia Panasonic Depth from Defocus (o DFD, che funziona solo quando si scatta con obiettivi Panasonic).
Il DFD lavora in combinazione con i profili dell’obiettivo che consentono di capire come gli oggetti sfuocati vengono resi davanti o dietro il piano di messa a fuoco di un particolare obiettivo, aiutando la fotocamera a decidere se spostare l’ elemento di messa a fuoco in avanti o all’indietro per ottenere la messa a fuoco. DFD è una delle principali ragioni per cui la G80 (e i suoi fratelli e sorelle) può scattare a raffiche a 6 fps con successo continuo AF.
Tracciamento del soggetto
Come le altre Panasonic della serie, la G80 non è completamente soddisfacente quando si tratta di mantenere a fuoco un soggetto in movimento, specialmente quando deve scattare a raffiche a 6 frame al secondo.
Ci piace abbastanza la funzione Face Detect, che con i giusti settaggi non delude.
È da notare però che quando ci troviamo di fronte a una scena in cui ci sono più volti la G80 tende a mettere a fuoco la faccia più vicina, e in questo caso il riconoscimento facciale diventa più un problema che una opportunità: meglio gestire il fuoco da soli in questi casi.
Molto più utile è la modalità di “tracking” della fotocamera, in cui si posiziona il soggetto di fronte al punto AF centrale e si preme a metà per avviare il tracking. In alternativa, è possibile toccare lo schermo sul soggetto da tracciare. Schiacciando il pulsante Menu/Set si ripristina il tracking.
La G80 utilizza il suo sensore per il riconoscimento del soggetto e, una volta che la fotocamera si blocca su un soggetto, esegue un lavoro impressionante. Tuttavia l’acquisizione iniziale, il tempo che intercorre tra la mezza pressione del pulsante di scatto e l’effettivo riconoscimento e blocco della fotocamera sul soggetto, è un po’ esitante. Ci sono anche momenti in cui la G80 non riesce a bloccarsi su un soggetto. In questo caso compare un piccolo quadrato rosso.
Sensibilità dell’AF
La Panasonic G80 ha un cursore di sensibilità dell’autofocus, che può essere regolato in relazione al movimento del soggetto. La posizione predefinita è ‘0’, aumentando la sensibilità si ottiene una regolazione più rapida della messa a fuoco, diminuendo la sensibilità si ottiene un breve periodo di tempo prima di regolare la messa a fuoco.
Se non ci si aspetta che un altro soggetto entri nell’ inquadratura (e faccia saltare il sistema AF), mantenendo lo slider impostato su “+2” si ottiene la velocità AF continua più veloce. Ma per le scene con sfondi distraenti, può rivelarsi utile mantenere la sensibilità più vicina al suo valore predefinito.
Nel video qui sopra potete vedere come funziona la modifica della sensibilità dell’autofocus in video, e come riesca a provocare degli effetti differenti in base al tipo di movimento che si sta inquadrando.
Qualità di immagine
Prestazioni JPEG
È quasi certo che la Panasonic G80 usa lo stesso sensore da 16MP della G7, ma senza filtro anti-aliasing. La rimozione di questo filtro non fa una differenza enorme in termini di cattura del dettaglio rispetto al G7, ma non provoca troppo moiré aggiuntivo o aberrazioni cromatiche. La nitidezza è più aggressiva sulla G80, e questo significa che in alcuni casi si verificano dei leggeri artefatti lungo i bordi di soggetti illuminati.
La G80 ha un motore per il JPEG aggiornato, e in questo modo riesce ad eliminare la tinta verdastra che spesso i gialli avevano sulla G7. Miglioramenti si notano anche nella fedeltà del colore all’aumentare degli ISO.
La macchina si comporta in modo simile alla Panasonic GX80 in termini di riduzione del rumore, è leggermente troppo aggressiva già dagli ISO medi, ma funziona molto meglio che nella G7.
Prestazioni in RAW
La performance della G85 da questo punto di vista è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quella della G7, ma la rimozione del filtro AA comporta un lieve miglioramento del potere di risoluzione. Ci si può aspettare prestazioni in Raw quasi identiche a quelle del GX85.
I file raw hanno anche un aspetto simile a quelli della Olympus OM-D E-M5 II, che utilizza anch’essa un chip da 16MP a quattro terzi senza filtro AA, con livelli di rumore ISO elevati quasi identici. La G85 sembra tuttavia risolvere l’immagine meglio della EM-5 II. In effetti a livelli di dettaglio la G85, tra camere della stessa fascia di prezzo, è solo leggermente indietro rispetto alla a6300 Sony, fotocamera migliore del lotto. Quando si alzano gli ISO si vedono gli effetti del sensore più grande.
Conclusioni
Nel progettare la G80 Panasonic ha costruito una macchina molto bilanciata sotto tutti i punti di vista. Come da tradizione ormai consolidata comprando una mirrorless con sensore micro quattro terzi si può usufruire di un parco ottiche economico e molto ampio, e se si considera che gli obiettivi possono essere montati su una mirrorless di questo genere… tanto di guadagnato.
Il comparto fotografico della G80 è migliorato sostanzialmente, e le m43 hanno fatto passi da gigante. Ancor meglio se si usa la macchina in modalità RAW: i file prodotti sono piacevoli e ben lavorabili anche a ISO piuttosto elevati, quasi al livello della a6300 che pure ha un sensore più grande, e la gamma dinamica è sufficientemente buona.
Probabilmente il meglio di sè la G80 lo dà però in ambito video, con uno stabilizzatore fantastico in grado di rendere quasi ferme le riprese, ottimi bitrate e una maneggevolezza da reflex, senza i pesi e gli ingombri delle reflex professionali.
Un altro punto a favore la G80 lo fa segnare dal punto di vista dell’ergonomia: è una macchina ben bilanciata, che va benissimo con obiettivi di peso medio, e che ha una miriade di pulsanti per comandare tutto con pochi tocchi. Buonissima anche la disponibilità di pulsanti personalizzabili per rendere la macchina veramente vostra.
Da notare infine il comodo schermo completamente ribaltabile, ben fatto e che non dà l’idea di essere fragile, e il sistema di touch screen ben reattivo e utile sia nella navigazione dei menu che nell’uso dell’autofocus.
Se dobbiamo trovare un punto a sfavore di questa macchina, forse è proprio l’AF a deludere un po’, ma solo in modalità video: in ambito fotografico la macchina fa molto bene il suo lavoro, anche con poca luce. In video invece bisogna faticare di più per cercare di comprendere al meglio limiti e settaggi migliori.
In conclusione: promossa a pieni voti, è una delle migliori macchine mirrorless uscite di recente, e il prezzo è sicuramente allettante per chi voglia fare sia fotografia che video in modo serio.