Sony a7R II: la recensione completa

La Sony a7R II è una mirrorless professionale, ad oggi la più avanzata di Sony in ambito fotografico e con un comparto video di tutto rispetto.
Il suo sensore Full Frame da 42Mpixel ha fatto scalpore all’uscita della macchina, alla fine del 2015, e il fatto che usi una tecnologia chiamata BSI, con un stabilizzatore integrato a 5 assi, ha fatto sì che già dall’annuncio risultasse una delle mirrorless più desiderate dai fotografi.

La sigla R sta ad indicare le macchine mirrorless di Sony ad alta risoluzione, ed è perfetta per questa fotocamera che ha un numero di pixel molto alto: perfetta per ingrandimenti elevati e per ritagli senza perdita di qualità.

Caratteristiche principali della Sony a7R II

  • Sensore CMOS Full Frame da 42MP, con tecnologia BSI
  • Autofocus con 399 punti a rilevamento di fase
  • Stabilizzatore a 5 assi
  • Capacità di registrazione video in 4K
  • Profilo colore per il video in S-Log2
  • Mirino da 2,36 milioni di punti
  • Corpo in magnesio con finiture professionali
  • Scatto continuo a 5 fotogrammi al secondo
  • Schermo posteriore tiltabile da 3 pollici
  • Ottimo AF anche con obiettivi non nativi

 

Messa a fuoco automatica sulla Sony a7R II

Quello che sulle mirrorless era un tallone d’Achille fino a qualche anno fa, sulla Sony a7R II è un punto di forza: se infatti il sistema di messa a fuoco di molte mirrorless non recenti non è efficace, sulla ammiraglia di Sony l’AF è veloce e preciso, grazie alla presenza di un numero elevato di punti di messa a fuoco a rilevamento di fase: una tecnologia che era riservata alle reflex e che oggi è sulle mirrorless migliori. Nel caso di questa R la zona coperta da questa tecnologia è pari al 50% del sensore, sufficiente per un tracciamento preciso e rapido della maggior parte dei movimenti.

Scendendo nel dettaglio, il tracciamento del movimento è molto efficace su questa mirrorless, quasi al livello di quello delle migliori reflex.
Ancora migliore è la risposta dell’AF in condizioni di scarsa luce: quando la a7R II è abbinata a obiettivi luminosi si comporta meglio della maggior parte delle reflex di alta gamma (la precisazione sull’obiettivo dipende dal fatto che le mirrorless usano l’apertura massima dell’obiettivo per mettere a fuoco).
Molto interessante anche la funzione di eye tracking: in sostanza, come succede anche con altre fotocamere Sony, è possibile impostare un pulsante per richiamare questa funzione e fare in modo che la macchina riconosca l’occhio più vicino nell’inquadratura e lo metta subito a fuoco. Un aspetto che rende la a7R II una macchina molto efficace nei ritratti.

Infine, una menzione speciale va fatta sulla compatibilità con ottiche di terze parti.
Le mirrorless, come sappiamo, permettono l’uso di moltissimi obiettivi con attacchi diversi da quello nativo grazie alla distanza molto corta tra flangia e piano focale. Il bello della macchina che stiamo recensendo è che riesce a fornire un AF efficace anche con obiettivi adattati.
È quindi possibile usare ottiche Canon o Nikon AF senza la necessità di lavorare solo in fuoco manuale quando si scattano fotografie.

Gamma dinamica e qualità del sensore

Il sensore della Sony a7R II è davvero ottimo sotto tutti i punti di vista, e lo dimostra anche nei classici test che DxO Mark svolge su molte fotocamere.
La mirrorless della nostra recensione presenta una gamma dinamica molto ampia (13,9 stop) e una profondità di colore altrettanto importante, con 26 bit.

Il sensore con molti pixel non comporta una scarsa capacità di reggere agli alti ISO, anzi: non siamo ai livelli della a7S II, sempre di Sony, ma anche questa mirrorless della serie R si difende molto bene e riesce a tirare fuori immagini di qualità con valori ISO fino a 12800.
Facendo un paragone a questa sensibilità con alcune tra le reflex migliori e con caratteristiche simili (La Canon 5DsR e la Nikon D810, in particolare) si nota come anche nel JPEG la Sony riesca a mantenere un miglior dettaglio, nonostante lo sharpening non aggressivo, e soprattutto un rumore cromatico molto più contenuto. Da questo punto di vista batte soprattutto la Canon.

Allo stesso tempo, il numero elevato di pixel garantisce la possibilità di ingrandimenti elevati e di un livello di dettaglio incredibile. Alcuni chiamano la a7R II la medio formato delle mirrorless, ed in effetti questa macchina non sfigurerebbe nella borsa dei fotografi di paesaggio abituati ad usare il medio formato per i loro scatti.

In ambito video il discorso è simile, dal punto di vista della qualità del sensore: Sony ci ha abituati a prestazioni molto importanti, e anche se non siamo ai livelli della a7S II (che, dobbiamo ricordarlo, offre da parte sua solo 12MPx sul sensore) la resa agli alti ISO in video è molto buona, così come la qualità generale di immagine.
Sotto questo aspetto meglio prendere una Sony come questa rispetto a una Panasonic GH5, se avete bisogno di prestazioni molto buone in condizioni di scarsa luce.

Capacità video

Nonostante non sia una macchina pensata quasi principalmente per il video, come la cugina a7S II o la concorrente Panasonic GH5, la a7R II è un’ottima mirrorless per video. Ha infatti molte caratteristiche che la rendono perfetta per questa funzione:

-ingresso per microfono e monitoraggio via cuffie
-possibilità di installare profili colore
-possibilità di usare modalità flat di registrazione (S-Log2)
-focus peaking e zebra
-registrazione in 4K

 

La macchina riesce a sfruttare tutto il sensore per le riprese video, ma i risultati migliori li dà quando viene usata con un leggero crop che approssima il sensore di una macchina Super 35: in questo caso alla massima risoluzione il dettaglio è veramente molto buono e anche la resa agli alti ISO è superiore e si avvicina a quella della Sony a7S II. Di contro, in Super35 mm sono presenti alcuni problemi di rolling shutter a cui bisogna stare attenti quando si effettuano movimenti laterali veloci.

 

 

Le riprese a 1080p invece sono peggiori, e vi consigliamo di non usare questa risoluzione e invece di affidarvi al 4K ed eventualmente scalare alla risoluzione inferiore.

Per quanto riguarda l’AF in modalità video c’è ancora una volta di che essere soddisfatti: la macchina non fa quello che si chiama focus hunting (ovvero la ricerca del punto di messa a fuoco andando avanti e indietro nella profondità) e l’AF è veloce e preciso.
Si mantengono le varie funzioni di tracciamento dei soggetti e di riconoscimento dei volti già presenti in modalità foto.
Risultati simili sono ottenuti grazie alla tecnologia a rilevamento di fase.

Inoltre è possibile effettuare una regolazione fine sulla messa a fuoco: si può infatti impostare la velocità di messa a fuoco scegliendo tra lenta, normale e alta, e vi consigliamo di scegliere una delle prime due per avere transizioni di fuoco più naturali ed efficaci.

 

 

Conclusioni

La a7R II è una macchina che per molti potrà essere definitiva: un sensore dettagliato, una qualità di immagine elevatissima, una modalità video efficace. C’è di che essere felici ad avere tra le mani una mirrorless del genere.

Cosa ci piace

Di questa macchina ci piacciono molte cose, ma se dovessimo dirne una potremmo parlare della qualità in modalità video: non è venduta come una mirrorless per video, ma lo è e lo è ad alti livelli.
Se poi ci aggiungiamo il fatto che in un corpo così piccolo c’è tecnologia di questa qualità… c’è da essere contenti.
Ci piace lo stabilizzatore integrato, così come il sensore BSI e in generale la maneggevolezza della fotocamera, che si tiene bene in mano e dà una piacevole idea di solidità

Cosa non va

Partiamo dal touch screen: non c’è. Per una macchina che viene offerta a questo prezzo ci sembra una mancanza, considerato poi che Sony ha una buona esperienza nel campo (grazie al fatto che produce anche smartphone, naturalmente). Se la a7R II avesse anche uno schermo su cui selezionare i punti di messa a fuoco e per navigare più rapidamente nei menu sarebbe ancora meglio. Speriamo in un aggiornamento con la a7R III, di cui già si rumoreggia.
A proposito di menu, come al solito Sony li ha complicati in maniera incredibile.
Certo si può imparare a maneggiarli al meglio, ma le tante opzioni sono difficili da tenere a mente e non rendono la fruizione della macchina semplice.

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